martedì 27 novembre 2012
La giostra gira per tutti
Dal diario Vista,26 Novembre 2012, h 23.05
Sento il bisogno di scrivere, è una spinta che mi viene dallo stomaco e coinvolge i pensieri.
Ora non so cosa devo dire, so solo che le parole che spingono per venire fuori avranno un senso quando sarò giunta al termine di questa pagina virtuale.
Mi sento sola anche se sono piena di persone intorno, la giostra della vita sta girando e io sono a terra che la guardo, come se ci fosse una lunghissima fila nella quale io occupo l’ultima posizione.
Il desiderio di salirci sopra è mitigato dal senso di estraneità.
Sono lì a fare un bilancio delle cose che mi accomunano ai partecipanti di quello che so essere un bellissimo gioco.
La fila sembra non scorrere mai e invece che essere scocciata per l’attesa, ho come la sensazione di non meritarmi un posto sopra, ho il pensiero fisso che sia giusto che siano gli altri a divertirsi, che ci sia qualcosa in me che non va e questo mi tiene ancorata a terra.
Mi viene da piangere ora, ma le lacrime non scendono, rimangono incatenate tra la gola e la bocca dello stomaco amplificando come una lente il senso di vuoto che sento in me.
Più rifletto e più mi infurio.
Dov’è finita la persona che ero?
Perché sembra non esserci traccia di ciò che mi faceva stare bene, delle piccole cose che messe in fila o anche in disordine rendevano bella una giornata, delle pagine di un libro da terminare che mi facevano fare le ore piccole, delle note della chitarra che sapevano riempire un pomeriggio, dei fumetti da disegnare per provare a creare una graphic novel, della bicicletta usata per esplorare le colline quando mi emozionavo per un tramonto e partivo con la macchina fotografica per trovare il punto più bello per fotografarlo, dell’interesse per l’attualità, dell’intraprendenza di imparare da sola o anche solo di imparare osservando gli altri, della voglia di scrivere, di raccontare, di raccontarmi?
Scende una lacrima solitaria, ma non l’ho chiamata io.
Quand’è che ho smesso di sognare, di credere in me stessa?
Dove sono finti l’ironia e il sarcasmo che mi permettevano di esprimere quello che volevo comunicare?
La giostra continua a girare, io sono ancora a terra piena di mille tentazioni, mi perdo, mi ritrovo, ricado nell’oblio assuefatta dal cibo e dalle giustificazioni.
Sono in fila piena di paure e dubbi, ma nonostante tutto sono lì.
Scendono numerose lacrime.
Sono talmente tante che mi svegliano dal torpore.
Ho due gambe, due braccia, un cervello, la salute e la giovinezza dalla mia parte, ipoteticamente non c’è nulla che io non possa fare.
La fila avanza.
Arriva il mio turno.
La tentazione di scappare è folle, ma ho le gambe paralizzate.
Poi vedo un cartello.
“ Il giro si paga alla fine, ognuno dovrà dare ciò che il giostraio riterrà giusto. Non si accettano soldi”.
Sorrido e salgo.
Non so chi si siederà accanto a me.
La giostra gira per tutti.
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