venerdì 26 marzo 2010

Lascia perdere il Tropico del Capricorno

Direttamente dal diario Vista:Giovedì 24 settembre 2009 h 12.34

Tagliare i ponti con le persone non è mai stato il mio forte.
Ci sono dosi di insicurezza e rimpianto perfettamente bilanciate con voglia di cambiamento e delusione.
Devi avere la forza di dire in faccia ad una persona il perchè delle tue scelte, il tuo volerle tenere fuori dalla tua vita per un periodo indeterminato che può andare fino alla festa della tua terza laurea in psicoterapia o alla nascita del tuo sesto nipote.
Come la metti la metti..fatto sta che non vi rivedrete più per parecchio.
Come mettere a tacere il senso di colpa che ti ha permesso di perdonare questa persona ogni volta che un bisticcio vi separava?
Come dimenticare la vostra noiosissima, ma non per questo meno importante di altre, routine?
Come rinunciare all'appoggio di una persona che per te c'è sempre, qualsiasi cosa accada?
Sei arrivata al punto di non ritorno, dove un addio civile sarebbe la cosa per cui venderesti un rene, ma la tentazione di una scena holliwodiana in cui butti tutte le sue cose dal terrazzo ti ha accarezzato l'ego tante di quelle volte da quando hai preso in considerazione l'idea di tornare single, che oramai anche il tuo puffo di peluche blu elettrico sa già in realtà come tutto finirà.
La sera quando dovrai decidere cosa preparare per cena ti ritroverai a spacchettare tristi confezioni monouso di cetriolini sotto aceto affogati in un liquido giallo limone che speri con tutto il cuore sia il riflesso del mais lessato che galleggia pigro formando dei cerchi simili ai crateri sulla Luna, con l'unica differenza che il pianeta in questione non è verde marcio come il tuo povero desco.
Coricandoti ti concederai la tua ultima sigaretta della giornata..non ci sarà più nessuno ad aspettarti sotto la trapunta progettando attacchi terroristici alla tua virtù degni del più efferato criminale, al quale darà fastidio l'odore del fumo emanato dalla tua pelle.
Sul balcone vedrai coppie felici, litigiose, serene, con bambini, e ti guarderai con sguardo polemico, chiedendoti dove hai sbagliato, perchè ora sei sola e non con l'ex di turno a parlare di politica, a guardare un film, a contare le ore, i minuti , i secondi che vi separano dall'alba e dal conseguente distacco per recarsi nei rispettivi posti di lavoro, o semplicemente a scuola.
Andando al mare non ci sarà più nessuno a svegliarti facendoti credere che una mareggiata improvvisa ha portato via tutte le vostre cose, perfino le chiavi di casa e la tua carta di credito..affermazioni alle quali avrai pronta risposta..un'onda non può rubare..un'onda no,ti risponderà, ma il vostro vecchio e cleptomane vicino di ombrellone si, quindi gambe in spalle e corrigli dietro, anche se ha l'atrite c'è il rischio che non si fermi da solo.
D'ora in avanti non ci sarà più nessuno da rassicurare in caso di impellente e potente crisi di gelosia sollevata dal giovin passante di turno.
Che gusto c'è a cacciare se poi ti tocca anche cucinare la preda?
Poi però incontrerai un sorriso nuovo, qualcuno che saprà guardarti in modo differente, che ti farà sentire unica per quello che sei e per quello che potresti valere..e allora il cuore ti si scioglierà di nuovo.
Ci sarai immersa fino al collo..fino a che lascerai o sarai lasciata.
Penso che essere lasciati in linea di massima sia meglio.
Ti devi preoccupare solo del tuo dolore, non hai sensi di colpa, e dopo aver fatto un giro dal parrucchiere e dall'analista sei pronta per un'altra avventura.
Mi spiego, le lacrime prima o poi finiscono, e liberati gli occhi da quella patina di ottusità che li aveva ricoperti fin dal momento in cui avevi accettato l'anello di fidanzamento, ora sono liberi di guardare oltre l'orizzonte, di vedere un sole che prima era visibile solo all'Emisfero Australe.
Purtroppo io mi sono sempre sentita un Tropico del Capricorno, quindi tutto questo per me ancora non può valere.
Perchè a me non viene il desiderio di lasciare una persona quando ormai è da tanto che va avanti una storia e si è sommersi dai problemi.
Io ho il desiderio di fuga insito nel DNA..
Quando ancora non ci si conosce bene, quando tutto va a gonfie vele, quando c'è ancora il desiderio della conquista, quando la persona dall'altra parte è affascinante e riesce a comprendere anche solo una millesima parte di me, parte gelosamente nascosta ad intere generazioni di amanti.
Ecco, è in quel momento che io scappo..fuggo a gambe levate..e non mi fermo più..perfettamente consapevole che qualcosa sia già irreparabilmente rotto e che spetti a me porre la parola fine...seguita come prescrive il galateo da uno bastardissimo quanto inutile: “Scusa non è colpa tua”
E che cavolo..se non è mia, se non è tua..di chi è?
Diamo la colpa al Tropico e saremo tutti più felici..single, inappagati, curiosi, ma tremendamente felici e con un'irrefrenabile voglia di vivere.

mercoledì 10 marzo 2010

Neve a Marzo

Comincio a pensare che le mie richieste ogni tanto vengano ascoltate.
Io adoro il freddo e la pioggia.
Il vento gelido, le pozzanghere, il profumo delle foglie bagnate.
La neve però è impegnativa.
Per apprezzarla sarei dovuta essere in vacanza.
Chiusa in qualche baita, con giornate intere davanti, libera di concedermi al dolce far niente.
La neve nei periodi invernali e la vita politico sociale sono amanti litigiosi, ma la neve a Marzo ha lo stesso fascino di una cipolla cruda da sbucciare: ti fa piangere e sai che ti rimarrà indigesta in un modo o nell'altro.
La neve a Marzo implica non pochi disagi.
Il primo è il cambio di guardaroba.
Io quando ancora ero sotto il tutoraggio parentale in questo periodo avevo già completato il cambio di stagione ufficiale, con qualche capo più pesante lasciato da parte in caso di gita fuori porta o di influenza imprevista (caso raro, rarissimo se non sconosciuto).
Con l'appropriazione di facoltà decisionali in maniera di vestiario, in veneranda età ho potuto seguire la mia temperatura corporea e girare in maglietta corta, anche se tutto il resto del mondo girava in doppio maglione.
Grande conquista.
Segue che il mio armadio non ha più stagioni, ma solo un termometro collegato al mio cervelletto.
E' il cervello che detta la temperatura non l'ambiente.
Se siete discepoli delle mie teorie lo saprete bene.
Metti una sciarpa che emana calore verso la parte bassa della nuca e potrai stare anche in costume in pieno inverno senza provare brividi.
L'unica pecca è che il cervelletto si occupa anche della sfera emozionale, quindi se siete depressi potrete arrivare ad andare a dormire con il pigiama invernale in piena estate...è successo... non preoccupatevi, non suderete, ma sarete derisi da qualsiasi miscredente frequenterà la vostra abitazione.
La cosa positiva è che il vostro corpo sarà temprato e non vi ammalerete mai.
Essere creduti pazzi e risparmiare o vivere la propria vita in malattia fisica succubi di medicine che piano piano corroderanno le vostre menti?
Bivio!
Torniamo al discorso principale.
Il secondo disagio della neve a Marzo sono le scarpe.
Se sei uno studente pendolare o che fa la settimana breve, non avrai mai un paio di scarpe pesanti o meglio stivali di gomma con te.
Segue che ogni passo sarà un potenziale scivolone, nel migliore dei casi su un lastrone di ghiaccio pulito, in quello peggiore in un mezzo acquitrino formato da neve sciolta, smog e rifiuti urbani.
Nel caso fortunato in cui si dovessero evitare le due tristi evenienze, i calzini e i pantaloni fradici fino allo stinco ti perseguiteranno comunque fino alla sera, fumando in luoghi caldi, formando piccole ma dolorose stalagmiti infra-ditali durante le lunghe attese dei mezzi pubblici.
Mezzi pubblici.
Terzo paragrafo dei disagi provocati dalla neve a Marzo.
Tutti concordi nell'elogiare la puntualità, la comodità e soprattutto l'efficienza di Trenitalia in tempi di pace, ci troviamo colti di sorpresa e in imbarazzo nel dover constatare i piccoli problemi che durante il maltempo possono verificarsi.
Dalla voce veritiera e soprattutto accomodante della signorina dei ritardi e delle scuse, veniamo informati,dopo ore di attesa che avanzano indicate sui tabelloni a scadenze di 5 minuti per ogni binario e rispettiva locomotiva ritardataria, che il nostro, proprio il nostro tanto atteso ed amato treno è stato cancellato.
Ottimo!
Ma non era partito 4 ore fa da Milano?
E' evaporato?
Non è possibile, fa troppo freddo.. le leggi della fisica lo vietano..quindi il treno dov'è'?
Mistero del binario, accogliamo la notte in stazione in attesa della sua ricollocazione.
Metti anche caso che compaia un regionale di passaggio..quelli belli da trasporto merci..e ti venga la balzana idea di salirci sopra...Peste ti colga!
Oltre a far continuare placidamente il congelamento già avanzato delle tue appendici inferiori, perchè ovviamente il riscaldamento del treno è guasto, verrai invitato a pagare una multa perchè il tuo biglietto è di categoria superiore.
Ehhh??!
Si.
Inutile spiegare all'omino che devi prendere assolutamente una coincidenza per arrivare in orario ad un importantissimo incontro di lavoro e che il tuo eurostar si è perso in qualche bosco o che semplicemente la tua vita si svolge al di fuori di una stazione e vuoi tornare a casa in un modo o nell'altro anche perdendo dei soldi...Quelli del biglietto già pagato, non di certo quelli della multa o di un altro biglietto..ma il tipo non sembra capire...anzi ti fissa scocciato non capendo la tua resistenza di fronte ad un "pubblico ufficiale"
Se ti trovi davanti un controllore con la licenza media potrai (forse) ottenere di pagare il prezzo del biglietto regionale senza multa.
Ma che viaggi si fanno?
“Euro-trip” al confronto era un documentario!
Passiamo alla categoria autobus.
Se ci sei dentro sarai incastrato in modalità speck/fontina (ci sono lettori vegetariani!) sottovuoto tra altri sfortunati come te che fuggono l'acquitrino urbano per arrivare in un luogo asciutto con il minor dispendio di forze.
Niente di più sbagliato.
Nessuno conta lo sforzo muscolare dovuto al tenersi sospesi tra la macchinetta obliteratrice e l'ottantenne di turno, provvista di bastone e borsetta che vi pianterà nelle costole ad ogni semaforo, scusandosi e chiedendovi quanto manca alla sua conosciutissima fermata in via del disperso, numero infinito, interno irrazionale, integrato all'abitazione del custode con labirintite che è un bell'uomo di novantanni vedovo e...bla bla bla.[...] (vi risparmio la pezza!)
Nessuno pensa che le strade saranno ingorgate come non mai e che per percorrere i 200 metri che lo distanziano da casa ad una velocità compresa tra gli 0,1 e i 1,0 km/h ( con bufera a favore anche 10!) impiegherà una giornata lavorativa e che il motivetto che lo accompagnerà in questa Odissea sarà composto dal rumore dei clacson e dalle urla soavi dei vostri autorevoli constradini automobilisti.
Ora tu lo sai.
Se mai arriverai a casa e avrai la possibilità di restarci senza doverti recare in qualche altro luogo di pubblica disperazione (cfr Stazione) la tua giornata ne uscirà profondamente mutata.
Se sei fuori dall'autobus invece, e qui arriviamo alla fine del nostro trattato, la tua sorte è segnata senza possibilità di rinvio.
La non-velocità del mezzo urbano toccherà il suo picco (grazie ad una provvidenziale bufera a favore) ogni volta che l'autobus sarà collocato all'estremità della sopracitata putrida pozzanghera di neve liquefatta a base di smog e rifiuti urbani nella quale non sei appena caduto(solo perchè hai scelto di tua sponte l'opzione lastrone di ghiaccio), e la tua persona non potrà fuggire essendosi appena lasciata alle spalle il famigerato lastrone di ghiaccio (correrci sopra vorrebbe dire donare un fratellino all'ematoma che sta crescendo a ritmi vertiginosi sul tuo fondo schiena).
Risultato?
Bagno primaverile con immediata replica non molto signorile che metterà fine ad ogni tua pretesa di uscire indenne dal fenomeno “Neve a Marzo” e di continuare ad avere un piccolo straccio di vita sociale.