mercoledì 10 marzo 2010

Neve a Marzo

Comincio a pensare che le mie richieste ogni tanto vengano ascoltate.
Io adoro il freddo e la pioggia.
Il vento gelido, le pozzanghere, il profumo delle foglie bagnate.
La neve però è impegnativa.
Per apprezzarla sarei dovuta essere in vacanza.
Chiusa in qualche baita, con giornate intere davanti, libera di concedermi al dolce far niente.
La neve nei periodi invernali e la vita politico sociale sono amanti litigiosi, ma la neve a Marzo ha lo stesso fascino di una cipolla cruda da sbucciare: ti fa piangere e sai che ti rimarrà indigesta in un modo o nell'altro.
La neve a Marzo implica non pochi disagi.
Il primo è il cambio di guardaroba.
Io quando ancora ero sotto il tutoraggio parentale in questo periodo avevo già completato il cambio di stagione ufficiale, con qualche capo più pesante lasciato da parte in caso di gita fuori porta o di influenza imprevista (caso raro, rarissimo se non sconosciuto).
Con l'appropriazione di facoltà decisionali in maniera di vestiario, in veneranda età ho potuto seguire la mia temperatura corporea e girare in maglietta corta, anche se tutto il resto del mondo girava in doppio maglione.
Grande conquista.
Segue che il mio armadio non ha più stagioni, ma solo un termometro collegato al mio cervelletto.
E' il cervello che detta la temperatura non l'ambiente.
Se siete discepoli delle mie teorie lo saprete bene.
Metti una sciarpa che emana calore verso la parte bassa della nuca e potrai stare anche in costume in pieno inverno senza provare brividi.
L'unica pecca è che il cervelletto si occupa anche della sfera emozionale, quindi se siete depressi potrete arrivare ad andare a dormire con il pigiama invernale in piena estate...è successo... non preoccupatevi, non suderete, ma sarete derisi da qualsiasi miscredente frequenterà la vostra abitazione.
La cosa positiva è che il vostro corpo sarà temprato e non vi ammalerete mai.
Essere creduti pazzi e risparmiare o vivere la propria vita in malattia fisica succubi di medicine che piano piano corroderanno le vostre menti?
Bivio!
Torniamo al discorso principale.
Il secondo disagio della neve a Marzo sono le scarpe.
Se sei uno studente pendolare o che fa la settimana breve, non avrai mai un paio di scarpe pesanti o meglio stivali di gomma con te.
Segue che ogni passo sarà un potenziale scivolone, nel migliore dei casi su un lastrone di ghiaccio pulito, in quello peggiore in un mezzo acquitrino formato da neve sciolta, smog e rifiuti urbani.
Nel caso fortunato in cui si dovessero evitare le due tristi evenienze, i calzini e i pantaloni fradici fino allo stinco ti perseguiteranno comunque fino alla sera, fumando in luoghi caldi, formando piccole ma dolorose stalagmiti infra-ditali durante le lunghe attese dei mezzi pubblici.
Mezzi pubblici.
Terzo paragrafo dei disagi provocati dalla neve a Marzo.
Tutti concordi nell'elogiare la puntualità, la comodità e soprattutto l'efficienza di Trenitalia in tempi di pace, ci troviamo colti di sorpresa e in imbarazzo nel dover constatare i piccoli problemi che durante il maltempo possono verificarsi.
Dalla voce veritiera e soprattutto accomodante della signorina dei ritardi e delle scuse, veniamo informati,dopo ore di attesa che avanzano indicate sui tabelloni a scadenze di 5 minuti per ogni binario e rispettiva locomotiva ritardataria, che il nostro, proprio il nostro tanto atteso ed amato treno è stato cancellato.
Ottimo!
Ma non era partito 4 ore fa da Milano?
E' evaporato?
Non è possibile, fa troppo freddo.. le leggi della fisica lo vietano..quindi il treno dov'è'?
Mistero del binario, accogliamo la notte in stazione in attesa della sua ricollocazione.
Metti anche caso che compaia un regionale di passaggio..quelli belli da trasporto merci..e ti venga la balzana idea di salirci sopra...Peste ti colga!
Oltre a far continuare placidamente il congelamento già avanzato delle tue appendici inferiori, perchè ovviamente il riscaldamento del treno è guasto, verrai invitato a pagare una multa perchè il tuo biglietto è di categoria superiore.
Ehhh??!
Si.
Inutile spiegare all'omino che devi prendere assolutamente una coincidenza per arrivare in orario ad un importantissimo incontro di lavoro e che il tuo eurostar si è perso in qualche bosco o che semplicemente la tua vita si svolge al di fuori di una stazione e vuoi tornare a casa in un modo o nell'altro anche perdendo dei soldi...Quelli del biglietto già pagato, non di certo quelli della multa o di un altro biglietto..ma il tipo non sembra capire...anzi ti fissa scocciato non capendo la tua resistenza di fronte ad un "pubblico ufficiale"
Se ti trovi davanti un controllore con la licenza media potrai (forse) ottenere di pagare il prezzo del biglietto regionale senza multa.
Ma che viaggi si fanno?
“Euro-trip” al confronto era un documentario!
Passiamo alla categoria autobus.
Se ci sei dentro sarai incastrato in modalità speck/fontina (ci sono lettori vegetariani!) sottovuoto tra altri sfortunati come te che fuggono l'acquitrino urbano per arrivare in un luogo asciutto con il minor dispendio di forze.
Niente di più sbagliato.
Nessuno conta lo sforzo muscolare dovuto al tenersi sospesi tra la macchinetta obliteratrice e l'ottantenne di turno, provvista di bastone e borsetta che vi pianterà nelle costole ad ogni semaforo, scusandosi e chiedendovi quanto manca alla sua conosciutissima fermata in via del disperso, numero infinito, interno irrazionale, integrato all'abitazione del custode con labirintite che è un bell'uomo di novantanni vedovo e...bla bla bla.[...] (vi risparmio la pezza!)
Nessuno pensa che le strade saranno ingorgate come non mai e che per percorrere i 200 metri che lo distanziano da casa ad una velocità compresa tra gli 0,1 e i 1,0 km/h ( con bufera a favore anche 10!) impiegherà una giornata lavorativa e che il motivetto che lo accompagnerà in questa Odissea sarà composto dal rumore dei clacson e dalle urla soavi dei vostri autorevoli constradini automobilisti.
Ora tu lo sai.
Se mai arriverai a casa e avrai la possibilità di restarci senza doverti recare in qualche altro luogo di pubblica disperazione (cfr Stazione) la tua giornata ne uscirà profondamente mutata.
Se sei fuori dall'autobus invece, e qui arriviamo alla fine del nostro trattato, la tua sorte è segnata senza possibilità di rinvio.
La non-velocità del mezzo urbano toccherà il suo picco (grazie ad una provvidenziale bufera a favore) ogni volta che l'autobus sarà collocato all'estremità della sopracitata putrida pozzanghera di neve liquefatta a base di smog e rifiuti urbani nella quale non sei appena caduto(solo perchè hai scelto di tua sponte l'opzione lastrone di ghiaccio), e la tua persona non potrà fuggire essendosi appena lasciata alle spalle il famigerato lastrone di ghiaccio (correrci sopra vorrebbe dire donare un fratellino all'ematoma che sta crescendo a ritmi vertiginosi sul tuo fondo schiena).
Risultato?
Bagno primaverile con immediata replica non molto signorile che metterà fine ad ogni tua pretesa di uscire indenne dal fenomeno “Neve a Marzo” e di continuare ad avere un piccolo straccio di vita sociale.

2 commenti:

  1. beh mia cara non potrai mai immaginarti a che livelli possa essere arrivato il fenomeno "neve a marzo" quassù nei monti!
    l'altra sera uscita dal compleanno della mia sorella urbinate (che si è abilmente dileguata a Ginevra scampando alle salite innevate dell'urbe)abbiamo potuto partecipare ad una gara di veri snowboard (minuti di casco e occhiali professionali!) per la discesa che porta all'accademia...
    per non parlare del bambino sotto casa che tra un po' oggi pomeriggio mi investe col bob!
    eheheh...speriamo di tornare al clima marino tutte intere!

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  2. Osta! E po dicono che Urbino è un piccolo centro tranquillo sperduto!! Ci pensate voi a rallegrarlo..in tutti i sensi;-)

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